L'espressione l'hanno coniata per primi gli americani e dice: "Mettere il fango nel ventilatore". In Italia, dove tutto quello che viene da Oltreoceano viene copiato - male e con qualche anno di ritardo - qualcuno ha sostituito la parola "fango" con un'altra che comincia per m... Significa che quando si vuole fare del male a qualcuno, tentare di deturparne l'immagine, fare il vuoto intorno a lui, rovinarne la reputazione e l'onore, basta prendere un po' di fango e accendere il ventilatore. Anche con me, qualche mese fa ma anche in questi ultimi giorni, si va ripetendo questa operazione. Io so chi è colui, e chi sono coloro che hanno raccolto il fango, lo hanno scelto e selezionato, lo hanno predisposto con cura. So anche chi sono coloro che hanno premuto l'interruttore del ventilatore e che hanno cercato di "spararlo" contro di me. Non mi riferisco certo ai magistrati, tanto e tale è il rispetto per il loro lavoro e la mia fiducia negli Organismi Giudiziari. Mi riferisco a qualcun altro, e mi permetto di dargli un piccolo consiglio: fare bene attenzione, perché può accadere talvolta, come in questo caso, che gli schizzi di fango vadano a colpire qualcun altro (magari lo stesso che non ha fatto in tempo a uscire dalla stanza dopo aver azionato il ventilatore...), può capitare che si sbagli bersaglio, che il ventilatore cambi direzione, che l'operazione sia così sgangherata e pacchiana da ottenere risultati contrari a quelli che si prefiggeva. Mi fermo qui. Faccio solo qualche piccola osservazione.
1) Vorrei sapere quali elementi di rilievo penale ci sono in questa nuova "ondata" di intercettazioni. Le mie conversazioni contengono elementi di reato, fanno emergere violazioni del codice penale? Direi di no. Anzi il contrario. Quindi vorrei sapere perché io, che continuo ad avere la coscienza più che tranquilla, dovrei preoccuparmi.
2) Sono molto lieto, paradossalmente, che la magistratura abbia indagato su di me per altri mesi, anche dopo la richiesta di rinvio a giudizio: questo ha consentito e consente di avere la conferma che non avevo e non ho nulla da nascondere, non avevo e non ho fatto niente di male, non avevo e non ho commesso alcun reato. Sì certo ho fatto e ricevuto telefonate, ma che cosa deve fare un cittadino: smettere di telefonare o di rispondere a chi lo chiama, chiudersi in un monastero sul Monte Athos e sparire dalla circolazione, fare il gioco di coloro che vorrebbero che fosse trattato come un lebbroso da evitare per timore di contagio?
3) Chi ha "distillato", scelto, selezionato - parlo di giornalisti e non di magistrati - queste "nuove" mie conversazioni, entrando nella mia sfera privata e in quella di coloro che parlavano con me e violando la legge sulla protezione dei dati personali e il diritto alla riservatezza, ha un solo scopo: quello di far "candidamente" ripartire l'"operazione" e soprattutto quello di cercare, visto che l'altra volta non c'è riuscito, di fare il vuoto intorno a me. Mi sembra che la "cupola" sia proprio questa, composta da chi accende i ventilatori e da chi distilla e seleziona il fango: è un messaggio diretto a intimidire chi parla con me. Il messaggio sembra essere questo: "Attenti voi che continuate ad avere contatti con Moggi! Vi sputtaniamo sui giornali, pubblichiamo quello che dite».
4) Qui il tema si fa caldo. Prima di tutto, perché io - nel periodo di questo controllo telefonico - telefonavo e ricevevo telefonate anche nella mia nuova veste di opinionista e giornalista. Chi legge questa rubrica sa o suppone che io raccolga informazioni, cerchi notizie, dia anteprime, insomma onori la fiducia e la stima che il Direttore Feltri ha avuto nei miei confronti affidandomi questa rubrica e cerchi di fornire un "prodotto" giornalistico di qualità. I "custodi" della professione giornalistica non hanno niente da dire sul fatto che il collaboratore di un quotidiano abbia il telefono controllato?
5) E veniamo al signor Ministro di Grazia e Giustizia. Vorrei chiedergli che fine hanno fatto le sue promesse, la sua indignazione allorché si trovò coinvolto anch'egli in operazioni "fango nel ventilatore" e dove sono finiti i progetti di legge e le proposte a tutela dei cittadini che vedono pubblicate dai giornali brandelli di conversazioni private e prive di rilievo. Vorrei chiedere a Mastella se la sua indignazione raggiunge la punta più alta quando c'è di mezzo lui o D'Alema o Fassino o qualche altro politico e si abbassa quando ci sono di mezzo cittadini comuni. Vorrei sapere dal Ministro che cosa ha fatto di concreto per far proseguire il cammino di quel suo progetto di legge che, secondo quanto dice, è stato fermato. Ci dica da chi: nomi, cognomi e partiti di appartenenza.
6) In questi mesi ho dimostrato di non aver nulla da nascondere e il contenuto di queste mie telefonate "distillate" in questi giorni lo dimostrano. "Dì la verità", dico a un interlocutore. "Racconta tutto ciò che è vero", esorto a fare. Vi pare che se avessi paura di qualcosa o avessi da nascondere qualcosa esorterei a dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità?
7) In questi mesi non sono stato colpito solo io da queste violazioni continue operate dai giornali. Ci sono stati altri personaggi, più potenti di me, che ne hanno fatto le spese, per casi diversi, in settori diversi, per aspetti diversi. Non voglio entrare nei singoli casi, ma mi domando e vi domando (e domando a lei, ministro): è un paese civile quello in cui accadono queste cose? È un paese civile quello che non offre al cittadino alcun mezzo per tutelare la propria onorabilità e la propria reputazione, cioè i beni più preziosi che una persona ha? Possibile che sia consentito a chiunque di rovinare una persona in un attimo distruggendo ciò che ha costruito in anni e anni? Non parlo per me, io sono corazzato, impermeabile a questa nuova ondata sgangherata, so come difendermi e non lesinerò alcun mezzo legale per veder affermata la verità. Ma chi non ha mezzi, chi non ce la fa, chi ha un carattere meno forte del mio, chi non sopporta la vergogna o la solitudine o i vicini di casa che lo guardano in cagnesco, o i compagni di scuola del proprio figlio che lo isolano e lo evitano, che cosa deve fare? Chi ci pensa a queste persone?
Paradossalmente dovrei essere lieto di questa nuova ondata di fango, perché questo fango non è. E anche perché in questi mesi sono riuscito, a poco a poco, ad arrivare vicino al ventilatore e a girarlo in direzione opposta alla mia, verso coloro che avevano acceso l'interruttore. Ora vorrei solo che qualcuno togliesse la corrente. Non solo per me, ma anche per molti altri danneggiati come me, meno forti di me.
P.S. Ho letto che Franco Carraro va di malavoglia alle riunioni dell'esecutivo UEFA e che è stato "costretto" da Abete a rimanere in quella carica altrimenti l'Italia avrebbe perso il posto... Complimenti ad Abete. E una domanda: era meglio perdere il posto o avere uno seduto a quel tavolo che si annoia e quando c'è da difendere o tutelare l'Italia calcistica sbadiglia, guarda l'orologio e non vede l'ora di prendere l'aereo per tornare a casa
Luciano Moggi
posted here because I don't feel like translating it. :xmas:
1) Vorrei sapere quali elementi di rilievo penale ci sono in questa nuova "ondata" di intercettazioni. Le mie conversazioni contengono elementi di reato, fanno emergere violazioni del codice penale? Direi di no. Anzi il contrario. Quindi vorrei sapere perché io, che continuo ad avere la coscienza più che tranquilla, dovrei preoccuparmi.
2) Sono molto lieto, paradossalmente, che la magistratura abbia indagato su di me per altri mesi, anche dopo la richiesta di rinvio a giudizio: questo ha consentito e consente di avere la conferma che non avevo e non ho nulla da nascondere, non avevo e non ho fatto niente di male, non avevo e non ho commesso alcun reato. Sì certo ho fatto e ricevuto telefonate, ma che cosa deve fare un cittadino: smettere di telefonare o di rispondere a chi lo chiama, chiudersi in un monastero sul Monte Athos e sparire dalla circolazione, fare il gioco di coloro che vorrebbero che fosse trattato come un lebbroso da evitare per timore di contagio?
3) Chi ha "distillato", scelto, selezionato - parlo di giornalisti e non di magistrati - queste "nuove" mie conversazioni, entrando nella mia sfera privata e in quella di coloro che parlavano con me e violando la legge sulla protezione dei dati personali e il diritto alla riservatezza, ha un solo scopo: quello di far "candidamente" ripartire l'"operazione" e soprattutto quello di cercare, visto che l'altra volta non c'è riuscito, di fare il vuoto intorno a me. Mi sembra che la "cupola" sia proprio questa, composta da chi accende i ventilatori e da chi distilla e seleziona il fango: è un messaggio diretto a intimidire chi parla con me. Il messaggio sembra essere questo: "Attenti voi che continuate ad avere contatti con Moggi! Vi sputtaniamo sui giornali, pubblichiamo quello che dite».
4) Qui il tema si fa caldo. Prima di tutto, perché io - nel periodo di questo controllo telefonico - telefonavo e ricevevo telefonate anche nella mia nuova veste di opinionista e giornalista. Chi legge questa rubrica sa o suppone che io raccolga informazioni, cerchi notizie, dia anteprime, insomma onori la fiducia e la stima che il Direttore Feltri ha avuto nei miei confronti affidandomi questa rubrica e cerchi di fornire un "prodotto" giornalistico di qualità. I "custodi" della professione giornalistica non hanno niente da dire sul fatto che il collaboratore di un quotidiano abbia il telefono controllato?
5) E veniamo al signor Ministro di Grazia e Giustizia. Vorrei chiedergli che fine hanno fatto le sue promesse, la sua indignazione allorché si trovò coinvolto anch'egli in operazioni "fango nel ventilatore" e dove sono finiti i progetti di legge e le proposte a tutela dei cittadini che vedono pubblicate dai giornali brandelli di conversazioni private e prive di rilievo. Vorrei chiedere a Mastella se la sua indignazione raggiunge la punta più alta quando c'è di mezzo lui o D'Alema o Fassino o qualche altro politico e si abbassa quando ci sono di mezzo cittadini comuni. Vorrei sapere dal Ministro che cosa ha fatto di concreto per far proseguire il cammino di quel suo progetto di legge che, secondo quanto dice, è stato fermato. Ci dica da chi: nomi, cognomi e partiti di appartenenza.
6) In questi mesi ho dimostrato di non aver nulla da nascondere e il contenuto di queste mie telefonate "distillate" in questi giorni lo dimostrano. "Dì la verità", dico a un interlocutore. "Racconta tutto ciò che è vero", esorto a fare. Vi pare che se avessi paura di qualcosa o avessi da nascondere qualcosa esorterei a dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità?
7) In questi mesi non sono stato colpito solo io da queste violazioni continue operate dai giornali. Ci sono stati altri personaggi, più potenti di me, che ne hanno fatto le spese, per casi diversi, in settori diversi, per aspetti diversi. Non voglio entrare nei singoli casi, ma mi domando e vi domando (e domando a lei, ministro): è un paese civile quello in cui accadono queste cose? È un paese civile quello che non offre al cittadino alcun mezzo per tutelare la propria onorabilità e la propria reputazione, cioè i beni più preziosi che una persona ha? Possibile che sia consentito a chiunque di rovinare una persona in un attimo distruggendo ciò che ha costruito in anni e anni? Non parlo per me, io sono corazzato, impermeabile a questa nuova ondata sgangherata, so come difendermi e non lesinerò alcun mezzo legale per veder affermata la verità. Ma chi non ha mezzi, chi non ce la fa, chi ha un carattere meno forte del mio, chi non sopporta la vergogna o la solitudine o i vicini di casa che lo guardano in cagnesco, o i compagni di scuola del proprio figlio che lo isolano e lo evitano, che cosa deve fare? Chi ci pensa a queste persone?
Paradossalmente dovrei essere lieto di questa nuova ondata di fango, perché questo fango non è. E anche perché in questi mesi sono riuscito, a poco a poco, ad arrivare vicino al ventilatore e a girarlo in direzione opposta alla mia, verso coloro che avevano acceso l'interruttore. Ora vorrei solo che qualcuno togliesse la corrente. Non solo per me, ma anche per molti altri danneggiati come me, meno forti di me.
P.S. Ho letto che Franco Carraro va di malavoglia alle riunioni dell'esecutivo UEFA e che è stato "costretto" da Abete a rimanere in quella carica altrimenti l'Italia avrebbe perso il posto... Complimenti ad Abete. E una domanda: era meglio perdere il posto o avere uno seduto a quel tavolo che si annoia e quando c'è da difendere o tutelare l'Italia calcistica sbadiglia, guarda l'orologio e non vede l'ora di prendere l'aereo per tornare a casa
Luciano Moggi
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